Treedom nasce nel 2010 da una startup sviluppata a Firenze da due amici, Federico Garcea e Tommaso Speroni. L’ispirazione viene da Farmville, un gioco in cui ogni utente può creare la sua fattoria virtuale: Treedom rende possibile creare intere foreste a partire dallo schermo di un computer o un cellulare, con la differenza che gli alberi vengono davvero piantati. In dieci anni di attività, ci spiega Laura, Content Manager dell’azienda, “hanno creato una foresta reale in 14 Paesi nel mondo, dall’Italia all’Africa, dall’America Latina all’Asia, attraverso una piattaforma web che permette di piantare alberi a distanza in progetti di sostenibilità ambientale e sociale.”
Oggi Treedom conta più di 5000 collaborazioni con aziende sia italiane che internazionali. Ogni albero di Treedom ha una pagina online, viene geolocalizzato e fotografato, può essere custodito o regalato virtualmente.
Negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente la consapevolezza delle persone riguardo la crisi climatica. Di conseguenza i consumatori prestano attenzione non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla sostenibilità della sua produzione. “L’attenzione ai temi ambientali non è mai stata così alta, grazie alla spinta dal basso che è arrivata da Greta e dal movimento dei Fridays for Future, ma anche all’agenda per il 2030 varata nel 2015 dalle Nazioni Unite, che ha definito gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. In questo contesto Treedom persegue 10 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dagli stati membri: “I progetti che scegliamo di supportare devono quindi essere sempre in grado di portare tanto benefici ambientali (come Life on Land e Climate Action), ma anche sociali (come Zero Hunger, No Poverty e Gender Equality)”.
Treedoom pianta i suoi alberi in 14 diversi paesi, coinvolgendo oltre 70.000 contadini in tutto il mondo. Il primo obiettivo, con più di 1.190.000 alberi piantati è quello di assorbire quanta più Co2 possibile, ma anche l’impatto sulle comunità locali è di vitale importanza per lo sviluppo del progetto: “Coinvolgere le comunità locali è fondamentale perché rendere profittevoli i nostri alberi è la migliore garanzia di longevità che possiamo offrirgli. E perché significa offrire ai contadini un’alternativa a pratiche tanto dannose per l’ambiente quanto rischiose per il loro sostentamento”. Per questo motivo, spiega Laura, “I progetti Treedom puntano ad avere un impatto positivo non solo sull’ambiente in cui intervengono, ma anche sulle persone che lo abitano”. Ecco perché Treedom si concentra in maniera particolare sulle aree in via di sviluppo, dove “i benefici degli alberi potranno davvero fare la differenza”. Per raggiungere questo traguardo e avere il maggior impatto positivo possibile, “Treedom offre [ai contadini, ndr] una formazione specifica sulla gestione degli alberi da frutto, del patrimonio forestale e delle più comuni malattie a cui sono soggette le specie di cui si prendono cura”.
Treedom crede fermamente nel fatto che “Lo sviluppo nel mondo digitale non entra in competizione con il preservare quello reale”. Anzi, la tecnologia “è uno strumento,” e in quanto tale né buona né cattiva, tutto dipende invece dall’utilizzo che si decide di farne. Nel caso di Treedom, per esempio, “L’esperienza digitale del Diario dell’Albero permette a chi custodisce gli alberi Treedom di sentirsi parte del progetto, ed essere fieri di avervi contribuito.” Si parla quindi di “una tecnologia che permette di rendere il mondo più verde, al servizio di una buona causa”. La tecnologia è coinvolta anche per garantire un sistema che sia completamente trasparente: “per noi di Treedom è stato fondamentale, fin dai nostri primi passi, costruire un sistema di tracciabilità che garantisse la trasparenza dei nostri progetti forestali”. Per riuscirci ogni albero viene geotaggato e fotografato. Chi pianta un albero tramite la piattaforma potrebbe andare un giorno a vederlo di persona. Questa operazione è tutt’altro che semplice: “geotaggare e fotografare uno per uno gli alberi che piantiamo è sicuramente uno degli aspetti più complessi, se pensate che ad oggi Treedom ha piantato quasi 2 milioni di alberi non è difficile immaginare quanto tempo ed energie richieda questo passaggio, che viene effettuato direttamente dai contadini coinvolti”. La fatica e l’impegno vengono però puntualmente ricompensati: “la soddisfazione più grande è veder crescere di anno in anno non solo i nostri alberi, ma anche il numero di custodi degli alberi nella nostra community”.
Morocolor collabora con Treedom dal 2019 e ha a suo nome tre foreste, la PRIMO, la MOROCOLOR e l’ultima arrivata, la Verde Speranza, per un totale di 575 alberi in 7 diversi paesi e 130.350 Kg di Co2 assorbita.