Arte, colore e cibo: il Teatro del Pane di Treviso

Il Teatro del Pane è un’esperienza che unisce l’arte di stare a tavola con quella teatrale-performativa. La cucina e il teatro possono sembrare due mondi nettamente distinti, ma se ci si ferma a osservare bene ci sono molti elementi che accomunano le due discipline, il modo di praticarle e di farne esperienza. Al Teatro del Pane si può fruire di entrambe le forme d’arte contemporaneamente, godendo dello spettacolo messo in scena sul palco e al contempo di quello della preparazione e degustazione del cibo.

Teatro e cucina: un mondo in comune

“L’idea del Teatro del Pane inizia da lontano” spiega il direttore artistico Mirko Artuso: “con la mia attività teatrale e in particolar modo di regia ho sempre cercato di coniugare i due ambiti, quello culinario e dello stare a tavola con l’arte dello stare in scena”. I punti di contatto tra chi prepara da mangiare e chi immagina e organizza un palcoscenico e le scene che ci verranno rappresentate sono molti. 

Il primo è il tempo: “in cucina il tempo è una cosa fondamentale, forse ancor più degli ingredienti che si usano, perché è attraverso il tempo, e quindi la cottura, che si instaura un rapporto fisico concreto e materico tra chi prepara una pietanza e gli ingredienti stessi”. La stessa cosa avviene per uno spettacolo teatrale: “la scrittura e quindi la parola, il segno, il tratto, il gesto, il tono della voce, la velocità che si mette nell’interpretazione di un personaggio o di un testo sono tutti elementi fondamentali” che creano quello stesso rapporto. 

Il cibo è poi secondo Artuso “un fatto d’amore” così come una creazione artistica. Allo stesso modo, come il cibo nutre corpo e anima, il teatro nutre la mente e genera emozione. C’è poi la questione della condivisione e dello stare insieme: quando si parla di combinare cibo e spettacolo “la convivialità significa stare dentro un rito, un rito che poi si confonde, perché quello della buona tavola e quello del teatro si somigliano moltissimo”. 

Un doppio spettacolo

Anche dal punto di vista dell’organizzazione dello spazio, “la cucina è il cuore pulsante”. A sinistra del palcoscenico, è a vista, separata dalla sala soltanto da una parete di vetro. In questo modo “si vedono gli attori che recitano sul palco e anche gli altri attori, quelli che si muovono in cucina”. Attori, questi ultimi, che Artuso paragona a dei danzatori: “i movimenti che si fanno in una cucina sono precisi, coordinati, come una sorta di coreografia”. L’idea è quindi che per lo spettatore basti guardarsi attorno per poter assistere a un doppio spettacolo: da un lato una storia fatta parole, dall’altro una danza che si fa cibo.

Il ruolo del colore

Anche il colore fa parte del Teatro del Pane, e dell’attività artistica di Artuso. Secondo il direttore artistico il nostro rapporto con l’arte figurativa è prima di tutto una questione di “abitudine ed educazione”. Viviamo oggi la nostra quotidianità completamente immersi nelle immagini: “siamo abituati a ricercare soprattutto immagini come espressione di contenuti, che poi possiamo approfondire se ne abbiamo voglia”. Ecco quindi che l’immagine acquisisce un ruolo fondamentalmente didascalico. L’immagine è anche “la prima cosa che attira la nostra attenzione in un mondo in cui viviamo con in mano uno schermo per dodici ore al giorno”. L’illustrazione in questo contesto può servire a “creare dei mondi emotivi, dei mondi fantastici, qualcosa che non è reale o che attinge alla realtà per poi essere trasformato,” o per far acquisire alla realtà significati nuovi. Ad ogni modo l’immagine è codice, linguaggio per un mondo nuovo e inventato, ma anche un mezzo per interpretare quello che vediamo e percepiamo. L’attività artistica secondo Artuso dev’essere “innanzitutto pratica, bisogna sperimentare il colore, le forme, le prospettive, le dimensioni”. Una sperimentazione che è resa possibile “grazie al colore: i colori sono emozione ed emotività, sono ciò che ci mette in armonia con noi stessi, con gli altri e con il mondo”.

Ecco allora che il Teatro del Pane offre un luogo unico in cui immergersi nell’arte in (quasi) tutte le sue forme. Guidati dall’immagine e dal colore, elemento che accomuna, ispira e unisce le creazioni culinarie così come quelle teatrali – chiave di accesso e interpretazione di un mondo diverso, creativo, tutto da costruire.